2021



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Le fotografie

– Ritratto di Ottavio Pantagato, da https://fina.oeaw.ac.at/

– Arazzo allegorico con rappresentati i Saggi del passato, particolare di Seneca, ca. 1480–1500, manifattura tedesca, Metropolitan Museum di New York.

– Parte del brano degli Annali che ricorda il p. m. Ottavio Pantagato.

– La chiesa di Santa Maria in Via a Roma, da Google maps, foto di Scott Dreamer, ottobre 2019.


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M. OTTAVIO PANTAGATO
negli Annali dei Servi di Maria


Il padre maestro Ottavio Bagatti soprannominato Pacato o più di frequente Pantagato (= Tutto buono, 1493-1566) fu un Servo di Maria di Sant’Alessandro di Brescia, celebre come “filosofo, teologo, storico, matematico, geometra, cosmografo, cronografo, archeologo” (p. Roschini, osm).
Su di lui hanno scritto i contemporanei, alcuni autori dell’Ordine e in tempi recenti Antonia Soler i Nicolau (Corrispondenza), Wikipedia francese e il Dizionario Biografico degli Italiani (online, Luca Rivali, 2014).
Leggendo però il contenuto e la bibliografia degli studi, non si trovano riferimenti al brano degli dei Servi di Maria, II, pp. 207 e ss., a lui dedicato. Eppure contiene notizie biografiche inedite, un carme di Carlo Malatesta che ne pianse la morte, l’iscrizione funebre sulla tomba a Santa Maria in Via di Roma e i nomi di maestri, protettori e amici letterati cultori delle antichità romane.
Per colmare la lacuna, pertanto, riporto il suddetto brano dal latino al volgare con la solita traduzione letterale (fin dove è possibile).

“L’anno [1566] era già finito, quando maestro Ottavio Pantagato da Brescia compì a Roma l’ultimo giorno le XIV calende di gennaio [19 dicembre].
Fin dall’infanzia ebbe come maestro Pomponio Leto [† 1498 cultore dell’antichità classica], sotto la cui guida divenne dapprima assai erudito nelle cose umanistiche; poi, teso a studi più gravi, se ne andò a Parigi, dove si dedicò per lungo tempo alla letteratura, e meritò di ricevere la laurea alla Sorbona in questo magistero, dopo essersi sottoposto alla prova.
Come maestro parigino, dunque, tornò in Italia, e siccome aveva cultura in ogni ramo delle scienze, al tempo di Leone X [1513-1421], aiutato da Antonio del Monte cardinale protettore [dell’Ordine dei Servi, † 1533, uomo abilissimo, protagonista della politica papale],ottenne dal papa la cattedra alla Sapienza Romana, dove per quanto a lungo avanzasse nell’insegnamento sono testimoni in quel tempo tutti i più dotti uomini, che andarono da lui come rifugio e oracolo, e lo chiamarono il Pantagato a causa delle sue virtù straordinarie.
A lui Guglielmo Sirleto [† 1585, esperto in lingue classiche e scienze sacre], poi cardinale, si affidò più volte per l’eleganza nello scrivere.
Nel redigere le storiografie fu così eccellente, che il Cronografo venne molto lodato e approvato da Antonio Possevino [† 1611, gesuita]: nel Sacro Apparato. Appendice al testo, lettera O questo fus critto su di lui: Ottavio Pantagato, uomo religioso e dotto, viveva nel 1550 e scrisse una Cronologia che in m.s. in folio stava nella biblioteca di Vincenzo Pinelli e, dopo la sua morte, fu trasferita da Padova a Napoli.
E da Ottavio Pantagato Onofrio Panvinio [† 1568, agostiniano] prese in prestito molte cose, quando stampò le Antichità Romane.
Per di più Paolo Manuzio [† 1574, stampatore e erudito] nelle sue epistole lo chiama il Varrone [Marco Terenzio, † 27 d.C., letterato, grammatico, militare e agronomo] dei nostri secoli, Giovanni Salviati cardinale [† 1553] lo ebbe caro e il Sommo Pontefice lo costituì abate di Mazzara, luogo della Sicilia [Santa Maria dell’Alto dei benedettini]. Inoltre, Antonio Mureto [Marc Antoin Muret, † 1585, filologo] si dilettava molto del suo modo di esprimersi e nel suo Commentario su Catullo, lo chiama eccellente in ogni genere di arti liberali, perché ha emendato molti luoghi alterati degli antichi poeti.

E così non senza ragione Carlo Malatesta [da Rimini commentatore di Virgilio], alla sua morte, cantò questo carme a Paolo Manuzio.

“Quale voce, Paolo, ha ora catturato le mie orecchie?
A noi è morto Pantagato?
Ahimè, delitto indegno, quella, che tutto miete con la falce,
ha invidiato i tanti vantaggi per gli uomini?
Quale dei vati ora spiega le nodose poesie,
i carmi scolpiti negli antichi marmi?
Chi le monete antiche, le misure, i pesi, i giochi,
con quali nomi vengono chiamati i pesci e gli uccelli?
Piangiamo tutti insieme la virtù di un’ora [una vita]
tutto cade nel breve movimento del cielo occidentale”.

Del quale, da ultimo, mi ha onorevolmente testimoniato di molte altre cose l’illustre Giovanni Francesco Morsone teologo, canonico ed esaminatore della diocesi di Brescia.

Pertanto, con grande dolore della città e degli studiosi, fu sepolto in Roma a Santa Maria in Via, sotto l’elogio in marmo, che oggi, dopo che la chiesa fu rinnovata, si vede tra i ruderi.

D.O.M.
Ottavio Pantagato del Sodalizio dei Servi dell’Osservanza di Brescia. Un sodale, un uomo di antica probità e di un così grande senso del dovere verso tutti, tanto da essere onorato come uno con il nome di Padre nell’Urbe. Agostino e Giovanni Antonio Ricciardi eredi per testamento, allo zio materno posero. Visse 73 anni, mesi 4, giorni 20; morì nell’anno di Salute 1566 le XIV calende di gennaio [risulta quindi nato il 29 luglio 1493, data che non concorda con quelle di altri studi].

L’avidità di chi è abituato a vendere indegnamente e spudoratamente i monumenti e i libri degli uomini più illustri a prezzo vile, ci costringe in questo luogo, malvolentieri, a avvolgere nel silenzio le brillanti composizioni del famoso Pantagato.
A meno che, per caso, alcune cose delle sue raccolte non siano fruttuosamente prese in prestito da Riccardo Bresciano nelle sue opere sulla Teologia Simbolica.

[E in merito all’edizione di libri, l’annalista prosegue:]
Fu stampato quest’anno a Venezia anche L’itinerario del pellegrinaggio del Venerabile p. Noè Bianchi di Venezia [† 1568, dei Servi di Maria] al Sepolcro di Gesù Cristo, dove andò con il permesso dei suoi superiori, e da dove tornò felicemente [nel 1527].

Paola Ircani Menichini, 2 ottobre 2021.
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